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Rulli Frulli: intervista esclusiva GoGo Magazine

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Rulli Frulli: intervista esclusiva GoGo Magazine

Tre parole per definire il progetto della Banda Rulli Frulli. Scommetto che c’è molto di più che il solo aspetto musicale…

Riassumere in sole tre parole la Banda Rulli Frulli non è semplice.. direi: integrazione, costruzione, passione. Sin da quando è nata, nel 2010 presso la Fondazione Andreoli, la Banda Rulli Frulli voleva essere un progetto musicale aperto a ragazzi dagli 8 ai 25 ma non un progetto qualsiasi. L’obiettivo era quello di costruire i propri strumenti usando materiali di recupero e valorizzare l’integrazione tra i suoi partecipanti abili e diversamente abili. Creare quindi un gruppo eterogeneo e compatto dove tutti si sentissero valorizzati, ognuno partecipante con le sue proprie caratteristiche a rendere unica la musica che creavamo insieme. Così è nata la Banda Rulli Frulli

Una domanda per Tommaso Cerasuolo, che ha preso per mano il progetto. Come definiresti il progetto dal tuo punto di vista, cioè da quello di un veterano della scena indipendente musicale italiana?

La Banda Rulli Frulli mi piace proprio perché è immune da un sacco di menate che ci facciamo noi musicisti, indipendenti o meno, maturi o alle prime armi, pop o alternativi, come ti piace. Ovvero quel genere di menate che giustamente si fa ciascun singolo essere umano su se stesso, sull’essere accettato, sul proprio stile, sul successo, sul fallimento, eccetera. Non è che nella banda non ci siano problemi legati all’ego di ciascun suo singolo componente, per carità, sono umani e soggetti a tutta l’umana conflittualità, alle passioni, pure ai tormenti tipici della pubertà, che è la fase della vita che tanti suoi giovani componenti stanno attraversando. Però non c’è mai quella chiusura che si verifica spesso nella sala prove, quell’implodere dell’artista contro il mondo intero, quella fame atavica di attenzione: la Banda Rulli Frulli semplicemente esiste, si emoziona, si lascia emozionare […]

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