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La metodologia Rulli Frulli

Modena 2023, Foto di Rosa Lacavalla

Banda Rulli Frulli è diventato il modello di partenza di un metodo didattico modulabile rispettando le esigenze e gli obiettivi delle diverse fasce di età per le scuole di ogni ordine e grado. Rulli Frulli intende il concetto di “metodo” come qualcosa di vivo, sensibile, plasmabile che confluisce in un progetto dalla forma “viva” e non standardizzata. Questa conformazione è tipica dei progetti generativi e ha lo scopo di entrare in risonanza con la vita. Essere disponibili a lasciarsi trasformare da ciò che accade, senza chiudersi in una visione standardizzata, è ciò che permette ad insegnanti e partecipanti di muoversi una situazione flessibile al divenire della vita. Sperimentato inizialmente nella Banda Rulli Frulli, il metodo si è strutturato in una forma “aperta” che può essere replicata in tanti distinti contesti. Le pratiche e le logiche applicate in diverse progettualità si muovono a partire da cinque logiche sensibilizzanti. Con questo termine si intende un insieme di valori e credenze, modi di pensare e agire, che siano sufficientemente strutturati da fornire una guida ma anche sufficientemente flessibili e sensibili alle particolarità di ogni specifica situazione. 

Al ritmo della vita (2022) Edizioni Erikson

Le cinque logiche sensibilizzanti che strutturano Rulli Frulli sono

1. Improvvisazione in relazione
2. Costruire insieme
3. Performance non performativa
4. Inclusione autorizzante
5. Appartenenza in divenire

1.Improvvisazione in relazione:
Vedere e ascoltare la specificità del contesto e delle persone che lo abitano.
Questa osservazione porta l’insegnante a saper improvvisare
adattando le attività a questa unicità
. 

La relazionalità è il presupposto fondamentale di ogni attività Rulli Frulli. È ciò che si pone alla base ogni volta che ci si approccia a nuovi contesti e gruppi: osservarne le dinamiche e di conseguenza adattare ciò che si propone alle possibilità e necessità percepite. In questo aspetto si osserva tanto la peculiarità quanto la complessità del lavoro. Ascoltare e comprendere chi si ha di fronte, provare a far emergere le specificità delle singole persone e, insieme, leggere e accompagnare le dinamiche di gruppo. La capacità di improvvisare rappresenta una precondizione trasversale rispetto a tutte le altre logiche sensibilizzanti. Si tratta della consapevolezza di doversi mantenere aperti nei confronti di chi si incontra, facendo in modo che sia il metodo a adattarsi alla vita e non viceversa. 

 

2.Costruire insieme:
Uno spazio e un tempo in cui maestri e ragazzi/e si confrontano
con l’esperienza del costruire, dell’assemblare, del riparare e
del personalizzare gli strumenti musicali che verranno
poi utilizzati
per suonare durante le lezioni e l’esibizione finale.

L’attività di costruire insieme riguarda tanto la realizzazione di strumenti musicali funzionanti quanto stringere nuove amicizie e relazioni, aprirsi alla differenza dell’altro. L’idea è quella di un’operosità leggera ma seria, in cui ognuno può dedicarsi all’attività che preferisce (tagliare, forare, levigare, assemblare, dipingere) nella consapevolezza che l’azione personale contribuirà alla realizzazione di un prodotto finale collettivo. I partecipanti lavorano fianco a fianco, ognuno con un proprio stile e una propria sensibilità, ma sempre attenti al lavoro dell’altro. L’apporto resta libero e proporzionato alle capacità di ciascuno. I tratti fondamentali che compongono la logica del costruire insieme sono quattro: 

1.Sensibilizzare rispetto al tema di recupero e riciclo dei materiali.

La scelta di non acquistare strumenti musicali è motivata dalla necessità di far comprendere come sia possibile rendere utile ciò che viene considerato “scarto”, trasformandolo anche qualcosa di nuovo e di bello. In una società improntata al consumo, partire dagli scarti assume un valore etico. In questo modo le nuove generazioni vengono rese consapevoli del processo di recupero, quale punto di partenza per costruire qualcosa di nuovo e a non dare nulla per scontato: dal rifiuto si genera nuova vita.

2.Riportare ragazzi a contatto con la dimensione materiale e manuale dell’esistenza.

La crescente disponibilità di oggetti sempre pronti all’uso (e alla sostituzione) e le relazioni con l’altro sempre più virtualizzate vanno a discapito delle nostre capacità manuali e di problem solving. Costruire è prestare attenzione a ciò/chi che ci circonda, avere cura di ciò che possediamo, trovare soluzioni e sviluppare motricità fine. 

3.Far emergere la personalità attraverso la creatività.

Attraverso il rapporto con oggetti di uso quotidiano (o con oggetti abbandonati) la creatività, personale e collettiva, risulta stimolata. I partecipanti sono educati a adottare un nuovo sguardo sulla realtà, a vedere potenziale laddove ci sono rifiuti. 

4.Fare gruppo, creare relazioni tra ragazzi e ragazze con abilità diverse imparando il rispetto e la tolleranza reciproca.

Atteggiamento che col tempo si consolida fino a far parte della cultura del progetto, ma che a livello personale viene interiorizzato diventando dotazione preziosa da usare anche in altri contesti sociali. Costruire insieme è occasione di educare all’apertura nei confronti dell’altro. Questo aspetto viene motivato in due modi: 

    • per imitazione dei maestri, che mostrano come è possibile relazionarsi con l’altro, 
    • per sollecitazione diretta, con i maestri che invitano a guardare con occhi diversi chi è al loro fianco per aiutarlo con semplicità e naturalezza.

Dettaglio di una rete di pentole

3.Performance non performativa:
fare leva su ciò che c’è già piuttosto che su ciò che manca.

Nei progetti Rulli Frulli si assegna alle percussioni un ruolo dominante. Questo tipo di strumento rappresenta la maggior parte di organico musicale nelle diverse tipologie di progetto. Va a distinguersi per tipologia di materiale e altezza del suono. Questa scelta ricade sulle percussioni poiché esse rappresentano un veicolo privilegiato di inclusione e di integrazione sociale.

In primo luogo perché è possibile avvicinarsi ad apprendimento generale dello strumento in tempi piuttosto rapidi sia con che senza prerequisiti musicali specifici. Questo aspetto favorisce l’inserimento di ragazzi e ragazze con disabilità e in generale rafforza l’autostima di ogni partecipante. Lavorare con pattern ritmici eseguiti in gruppo distribuisce le difficoltà e promuove un apprendimento in divenire.

In secondo luogo perché le percussioni rimandano a un’istintività del gesto che immediatamente coinvolge chi lo attua. Attribuire loro un ruolo di primo piano aiuta a creare forti connessioni tra musica e corpo, tra gesto ed emozione. 

Questi elementi convivono nella visione di una performance non-performativa

nella quale l’errore tecnico viene perdonato e al tempo stesso si viene motivati verso un progressivo miglioramento nella qualità della propria musica. L’utilizzo delle percussioni permette un inserimento dolce basato molto sull’imitazione reciproca. Ciò permette a chiunque di partecipare con le proprie capacità, valorizzando l’impegno e la motivazione più che il gesto tecnico. Il lavoro che si fa sul gruppo è quello di organizzare l’organico strumentale in sezioni così da creare una struttura, pensata non per distinguere funzionalmente ma per integrare musicalmente e socialmente. Non a tutte le sezioni vien chiesta la stessa complessità di esecuzione musicale. Alcune possono eseguire le parti più semplici di un brano, mentre altre sono chiamate a effettuare passaggi più articolati.

4.Inclusione autorizzante
Lo stretto legame fra inclusione e valorizzazione dello sviluppo delle capacità
e del contributo di ogni partecipante

Includere è concepire le diverse attività in modo che tutti possano partecipare, ma è anche sviluppare una “cultura dell’inclusione” che spinga tutti ad aprirsi alla diversità. Questo significa permettere a chi partecipa di vivere le stesse esperienze senza che una qualsiasi diversità ne precluda la partecipazione e, al tempo stesso, sensibilizza ragazzi e ragazze a riconoscersi nella diversità e aiutarsi reciprocamente. In questo senso inclusione, vista come la ricerca continua di uno stile improntato all’accoglienza, al coinvolgimento e all’integrazione sostanziale di ogni partecipante, diventa autorizzante. Perché consente a ciascuno di autorizzarsi a sua volta, a diventare “autore” della 

5.Appartenenza in divenire
condividere abilità e competenze al pari di fragilità e difficoltà

Per Rulli Frulli è infine fondamentale creare un forte senso di appartenenza e coesione tra i membri. Ciò non si costituisce facendo riferimento esclusivo alla dimensione musicale, bensì ci si poggiando ad una pluralità di dimensioni intrecciate:

  • Appartenenza non specializzata: si sta insieme per costruire strumenti musicali/per scrivere musiche/immaginare spettacoli/decidere eventi a cui partecipare 
  • Appartenenza partita e alimentata dalla condivisione della quotidianità, appartenenza nel lungo periodo e in divenire. Questa appartenenza è più di tipo conviviale che funzionale: ci si sente parte di qualcosa perché si condivide il piacere di stare insieme, un piacere a cui si dà spazio attraverso momenti che si rivelano occasioni di condivisione. 

Rulli Frulli ha distillato una “forma viva”, flessibile e porosa da rimanere sempre in relazione con il divenire della vita. A partire dalla sua metodologia, Rulli Frulli nel tempo si è modellato sulle diverse fasce d’età costituendo una proposta didattica adattabile a competenze e obiettivi specifici di bambini e ragazzi.

Al Ritmo della vita

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